Array, cosa sarebbe se…

Array, cosa sarebbe se…

Presentata nel 2023, Array materializza il desiderio di Umut Yamac di esplorare il potenziale del filo per creare sculture di luce. Il filo è un materiale dalle infinite possibilità, sia tecniche che artistiche, con cui l’architetto e designer residente a Londra costruisce una collezione di lampade a sospensione di dimensioni molto diverse.

Vibia The Edit - A working day with Umut Yamac

Pezzi tridimensionali, dinamici e leggeri, dalla trama delicata e dalle dimensioni imponenti, dove forma, consistenza e luce si fondono. Abbiamo invitato Yamac a immaginare cosa sarebbe Array se fosse…

Vibia The Edit - An Array of Applications

“Se fosse un luogo, sarebbe uno skyspace di James Turrell”, dice Yamac, sottolineando che questi skyspaces, spesso situati nel paesaggio, sono opere d’arte esperienziali costruite a partire dallo spazio e dalla luce. “Luoghi magici, come il Color Inside in Texas, che richiamano il volume della collezione, e la leggerezza e la spazialità delle sue forme tese”.

Vibia The Edit - Cam
Vibia The Edit - Array if it were

Se fosse un’emozione, Array sarebbe intimità, per quel suo utilizzo dei filati che ci risulta familiare e tattile, e di luci che ci stringono in un caldo abbraccio. Un effetto avvolgente che combina una morbida illuminazione verso il basso con il tenue bagliore verso l’alto generato dalla sorgente di luce nascosta nell’anello inferiore, producendo un accattivante gradiente cromatico.

La scala della Hayward Gallery, dove l’artista coreano Do Ho Suh utilizza un sottile tessuto di poliestere per ricreare la scala del suo appartamento newyorkese, è l’oggetto in cui la lampada si reincarnerebbe “in virtù del suo carattere traslucido e leggero, che permette all’opera di avere una forte presenza senza essere invadente, con strati di pieni e vuoti che invitano la mente a riempire gli spazi e completare l’immagine”.

Do Ho Suh

© Do Ho Suh

“Multiculturalità”, risponde Yamac quando gli chiediamo che cultura sarebbe la collezione. Un termine che rimanda alla diversità e alla convivenza di persone e oggetti, dove ognuno ha il suo spazio e fa parte di un insieme – una situazione che la collezione materializza tramite l’armoniosa coesistenza di filo, alluminio, ottone e policarbonato.

Se trasformata in pianta, Array sarebbe un dente di leone, “per come si trasforma da qualcosa di piccolo e compatto quando è chiusa a qualcosa di grande e spaziale quando si apre”. Uno spirito dinamico e mutevole che traspare da una lampada in cui i fili sembrano vibrare quando la luce li attraversa.

Vibia The Edit - An Array of Applications

Anche il gioco trova spazio in questa collezione che Yamac immagina come una trottola, intenta a ruotare sul suo asse creando quell’effetto giroscopico visibile in Array, dove l’intreccio dei fili conferisce un tocco ludico e genera una caratteristica illusione di movimento.

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